Il caso del medico responsabile per negligenza
È ormai nota a quasi tutti i giuristi del settore la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la responsabilità di un medico che non ha evitato che la patologia si aggravasse in modo irreversibile, medico responsabile, cioè, di non aver agito nel modo dovuto.
Il medico responsabile, in altri termini, è stato ritenuto colpevole di aver negligentemente omesso di somministrare al paziente le cure necessarie ad evitare la perdita della capacità di procreare. Tale ultima circostanza conseguiva all’omesso intervento del medico responsabile, cui seguiva l’inevitabile asportazione del testicolo e, di conseguenza, appunto, la perdita della capacità di procreare.
Il paziente, secondo la ricostruzione dei giudici della Suprema Corte, si era recato presso il pronto soccorso dopo aver accusato un forte dolore al testicolo. Il medico di turno, tuttavia, aveva frettolosamente prescritto un farmaco antidolorifico e riposo, senza visitarlo.
Poche ore dopo, il paziente, non riscontrando miglioramenti (anzi, in verità riscontrando un aumento del dolore, divenuto ormai insopportabile), aveva deciso di sottoporsi ad un esame specialistico, all’esito del quale veniva riscontrata una grave patologia. Non rimaneva altro, allora, che asportare il testicolo, per evitare conseguenze ancora più spiacevoli.
Chiamato in giudizio quale imputato, il medico responsabile veniva accusato di aver omesso, per imperizia o negligenza, di porre in essere tutte le misure necessarie ad accertare la patologia. Ed in effetti, secondo quanto ricostruito scientificamente tramite una perizia medica, una tempestiva diagnosi avrebbe evitato l’aggravarsi della situazione e l’asportazione del testicolo.
Detto altrimenti: se il medico fosse stato più attento ed avesse approfondito la questione, magari disponendo immediatamente gli opportuni esami, il paziente non avrebbe dovuto subire l’asportazione del testicolo. Cui è seguita, ovviamente, la perdita della capacità di procreare.
La Corte di Cassazione ha ritenuto il medico gravemente colpevole dell’omissione, appunto per non aver sottoposto il paziente ad adeguata terapia, che avrebbe non solo evitato l’esportazione del testicolo, ma anche la perdita della capacità di procreare.
Il medico responsabile, cioè, non aveva prestato sufficiente attenzione al caso, liquidando in soli cinque minuti il paziente e prescrivendogli terapie assolutamente non inerenti al male realmente sofferto.
Tale comportamento, quello omesso cioè, secondo la Corte, “avrebbe evitato l’evolversi della patologia nell’irreversibile necrosi del testicolo”; e per lo più “l’affezione patologica avrebbe potuto esser risolta dal prescritto trattamento chirurgico, ove attuato tempestivamente rispetto alla sua insorgenza”.
Al medico responsabile è stata quindi confermata la condanna già inflitta dalla Corte di Appello (lesioni colpose aggravate).
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