Voucher invece del rimborso per il volo cancellatovolo cancellato
Dalle parole si è passati ai fatti. Il 2 luglio la Commissione europea ha inviato all’Italia e alla Grecia una lettera di costituzione in mora per aver violato le regole europee sui diritti del passeggero riconoscendo a quest’ultimi solo un solo un voucher invece del rimborso . Nel mirino i voucher che hanno negato il “diritto di scegliere” come essere risarciti ai passeggeri che si sono visti annullare i biglietti di aerei, treni, pullman a causa dell’epidemia da Covid-19. Roma e Atene hanno adesso solo due mesi di tempo per rispondere alla Commissione europea.
Il contenzioso, come ben sapete, riguarda le compagnie di trasporti che hanno cancellato e stanno cancellando tutt’ora viaggi adducendo come motivazione il Coronavirus e riconoscendo ai passeggeri solo un voucher invece del rimborso. Ciò è permesso, fino al 30 settembre, grazie alla conversione in legge del decreto Cura Italia del 24 aprile 2020 (art. 88 bis). Tale decreto non dà la possibilità al consumatore di scegliere tra il voucher e il rimborso entro una settimana, come invece prevede il regolamento 261 del 2004.
Voucher e procedura d’infrazione per l’Italia
La procedura di infrazione avviata è ad uno stadio primordiale ed in questa prima fase si punta al dialogo. Infatti, già qualche giorno fa, il ministro dei trasporti De Micheli e il ministro della cultura e del turismo Franceschini hanno proposto di reintrodurre la scelta tra voucher e rimborso a partire dal 31 luglio. Ma la proposta di trattativa non è nemmeno partita.
Quanto proposto è troppo poco, considerato che con la conversione in legge del decreto Cura Italia è la prima volta che viene messo in discussione apertamente un regolamento comunitario.
Come spiegato dalla Commissione Europea, entrambi gli stati europei soggetti a procedura di infrazione, hanno adottato sia per il trasporto aereo che per quello marittimo, misure in netto contrasto con quanto previsto dalla carta dei diritti dei passeggeri comunitari. In aggiunta, l’Italia ha adottato soluzioni simili anche per gli spostamenti in autobus e in treno. I Paesi in questione per l’attuazione di queste misure non conformi ai regolamenti sono stati più volte ripresi non solo dalla Commissione Europea ma anche dall’Enac, prima dell’invio della lettera di costituzione in mora.
Infranzione per l’Italia causa voucher per i viaggi all inclusive
Inoltre, che non ci sia molto margine per le trattative lo chiarisce il comunicato della Commissione europea, che asserisce che “durante la crisi” dovuta dalla pandemia, l’esecutivo europeo ha “costantemente chiarito che i diritti dei consumatori restano validi anche in questo contesto senza precedenti, e che le misure adottate dalle nazioni a supporto dell’industria” non devono incidere su questi.
La seconda procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea contro l’Italia riguarda la stessa fattispecie – cioè il voucher imposto per legge e senza possibilità di scelta – ma applicata ai viaggi a pacchetto, quelli “tutto compreso”. In questo caso i voucher vengono emessi dai tour operator, ma anche in questo caso i viaggiatori non hanno il diritto di scegliere. Questa seconda procedura di infrazione riguarda non solo l’Italia, ma ben dieci Stati membri: Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Francia, Croazia, Lituania, Polonia, Portogallo e Slovacchia.
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