A partire dal 16 ottobre è entrato in vigore il nuovo libretto d’impianto per ciò che concerne le caldaie.
In esso libretto sono registrati tutti gli impianti presenti nelle abitazioni degli italiani: non più solo caldaie e sistemi di riscaldamento ma anche sistemi di climatizzazione, impianti solari e così via. Inoltre accanto all’efficienza degli impianti, questa nuova disposizione prevede una diagnosi completa che ne andrà a verificare sicurezza, salubrità e igiene.
Una guida qui di seguito illustrerà tutto quello che c’è da sapere per non incorrere in brutte sorprese.
Per quali impianti vige l’obbligo
– la presenza del nuovo libretto di climatizzazione è richiesta per tutti gli impianti (sia esistenti che di nuova installazione; art. 1);
– la compilazione del ‘Rapporto di efficienza energetica’ in occasione degli interventi di manutenzione e di controllo sugli apparecchi di climatizzazione invernale di potenza utile nominale maggiore di 10KW e di climatizzazione estiva di potenza utile nominale maggiore di 12 KW con o senza produzione di acqua calda sanitaria (art. 2).
Com’è possibile ottenere un libretto di impianto.
Esso è possibile richiederlo al proprio manutentore di fiducia. La normativa prevede che a partire da questa data e secondo le scadenze di manutenzione degli impianti già regolamentate dalle singole Regioni, ogni cittadino si doti del libretto d’impianto, che affianca quello vecchio che non deve essere buttato. In ogni abitazione ci saranno perciò due tipologie di libretti: uno per il rapporto sull’efficienza in cui registrare le prestazioni degli impianti e uno per l’uso e la manutenzione per la sicurezza che indica gli interventi di controllo ed eventuale manutenzione per garantirne la sicurezza e la salubrità.
A chi spetta chiamare il manutentore.
Il responsabile d’impianto (sia di riscaldamento che di climatizzazione), ovvero colui che deve chiamare il manutentore, è l’occupante dell’abitazione a qualunque titolo, ovvero il proprietario nel caso di abitazione privata e l’inquilino in caso di affitto. Se ci si trova in un condominio con riscaldamento centralizzato, la responsabilità è dell’amministratore.
Quanto costa la prestazione del tecnico.
Se un intervento di controllo su un impianto domestico variava in media tra i 100 e i 120 euro, oggi invece, con l’aggiunta dei controlli e della sanificazione prevista dal nuovo libretto, una famiglia tipo con una caldaia collegata a 4 o 5 caloriferi ed un impianto di climatizzazione con 2 o 3 split si troverà a spendere mediamente 200 euro.
Chi deve pagare il controllo e la manutenzione.
Il costo spetta al responsabile d’impianto ovvero l’occupante, proprietario o inquilino che sia. Le sanzioni previste partono dai 500 euro e arrivano a 3mila euro. E’ prevista una multa dai mille ai 6mila euro anche per l’installatore che comunica in maniera errata o incompleta l’esito del controllo.
Ogni quanto tempo effettuare i controlli.
La periodicità della manutenzione per l’efficienza è a discrezione delle singole Regioni e potrebbe variare dai due ai quattro anni (salvo indicazioni diverse).
Per tutto ciò che riguarda la manutenzione e la verifica della sicurezza e salubrità fa fede quanto indicato dal manutentore. Il rapporto di controllo verrà inviato dal manutentore agli enti preposti. Le verifiche non verranno più effettuate a campione, ma si partirà da coloro che non hanno effettuato gli interventi e del cui impianto non è arrivata alcuna notifica al catasto preposto. I controlli verranno così effettuati sugli impianti ‘segnalati’.