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Decoder TimVision non richiesto?
L’utente non ha l’obbligo di pagare l’addebito di tale servizio non richiesto.
Se sei stato Vittima dell’attivazione di un servizio non richiesto TimVision, rivolgiti all’Associazione Consumatori SosUtentiConsumatori. |
Non è un buon momento per i clienti della compagnia telefonica Tim (ex Telecom) dal momento che si è scoperto che quest’ultima addebiterebbe nelle bollette dei propri clienti costi indesiderati riguardante l’offerta TimVision senza il dovuto consenso e/o autorizzazione.
In Particolare la compagnia Telefonica, dopo aver registrato il consenso vocale dell’utente che aderisce alla cosiddetta offerta TimVision, invia a casa di quest’ultimo un delegato per la consegna del decoder TimVision (decoder mai richiesto dal consumatore e di cui lo stesso non è mai stato informato nel corso della registrazione vocale).
Innanzitutto, preme sottolineare che il costo del comodato viene ugualmente addebitato in bolletta nonostante l’utente non sia mai stato informato della cosiddetta offerta “TimVision” ne l’abbia mai richiesta. Fra l’altro i clienti, di solito, vengono a conoscenza degli addebiti solo quando ricevono la fattura, o dando un’occhiata allo storico degli addebiti, dove sono citati i costi.
Inoltre se l’utente coinvolto vuole restituire il decoder TimVision è costretto a perdere qualche giorno in posta e rispedirlo a proprie spese alla Tim che poi provvede a rimborsare i costi di spedizione.
Vieddippiù la società quasi mai spedisce all’utente le condizioni generali di contratto scritte , come richiede la legge ,ma a dire il vero quando quest’ultima si impegna a spedire la copia del contratto lo fa attraverso una semplice lettera.
Pertanto per disdire il contratto Tim e Tim Vision è necessario inviare una raccomandata A.R. infatti se provate a telefonare i vari operatori vi diranno che non esistono né Pec; cosa non vera perché ogni società ha l’obbligo per legge di essere dotata di una posta elettronica certificata, che la legge ha equiparato alla classica raccomandata tradizionale, anche questo può essere considerato un ulteriore abuso ovvero un modo per disincentivare l’utente dalla disdetta del contratto.
Truffa Timvision?
Sulla vicenda è intervenuta l’AGCM ( ovvero Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) che ha quindi dichiarato vessatorie alcune clausole contrattuale della Tim.
L’AGCM ha quindi dichiarato vessatorie alcune clausole contrattuali della Telecom al centro del giudizio alcune clausole contrattuali relative alle condizioni generali di abbonamento ad alcuni servizi («condizioni generali di abbonamento ai servizi mobili di Tim» e «condizioni generali di abbonamento ai servizi mobili di Tim»), o per la fruizione di alcuni contenuti (ad esempio il servizio TIMvision del contratto di telefonia fissa e abbonamento TIMvision con decoder incluso.
A tal fine l’Autorità dispone che la società Telecom pubblichi, «a propria cura e spese, un estratto del provvedimento [3]» per intero e fedelmente, sulla homepage del sito societario. In caso di inottemperanza «l’Autorità applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 euro a 50.000 euro».


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